Sappiamo tutti che il cuore è un organo vitale del nostro corpo che permette al sangue di fluire all’interno dei vasi raggiungendo così i diversi distretti.È facile quindi capire come quando esso, a causa di uno scompenso, o insufficienza, non riesce a svolgere adeguatamente il suo compito di ‘pompa’.
In cosa consiste lo scompenso cardiaco
Lo scompenso cardiaco è una problematica tutt’altro che rara, con una prevalenza maggiore negli uomini.In pratica, si tratta di una grave condizione medica nella quale il cuore perde la sua normale funzionalità e non riesce a pompare sangue adeguatamente, impedendo così il corretto apporto di sangue a organi e tessuti.
Possibili cause dello scompenso cardiaco
Lo scompenso cardiaco rappresenta la conseguenza di un gran numero di patologie.
Tra queste sicuramente una delle più frequenti è la malattia coronarica, in cui le arterie deputate al nutrimento del muscolo cardiaco stesso sono ostruite, impedendogli di ottenere sufficienti quantità di ossigeno e potendo portare all’infarto.
Tuttavia, è possibile trovare alla base anche altri problemi, quali:
- l’ipertensione, la pressione alta di cui si sente spesso parlare
- altre malattie cardiache, come quelle congenite, le cardiomiopatie, l’infarto, alcune forme di aritmia e le patologie delle valvole
- le anemie gravi
- l’ipertiroidismo non trattato
- certi trattamenti anti tumorali
- il diabete
- le apnee del sonno
- l’abuso di alcuni stupefacenti.
Sintomi dello scompenso cardiaco
A seguito di uno scompenso cardiaco possono manifestarsi:
- facile affaticamento e ridotta tolleranza all’esercizio fisico
- accumulo di liquidi con gonfiore agli arti inferiori e all’addome e conseguente aumento di peso
- difficoltà nella respirazione, maggiormente se sdraiati, infatti spesso si rende necessario usare due/tre cuscini per poter dormire
- palpitazioni
- tosse
- perdita dell’appetito.
Conseguenze
Se non trattato adeguatamente, lo scompenso cardiaco può essere anche mortale potendo portare ad un accumulo eccessivo di liquidi, o congestione, in aree esterne ai vasi sanguigni, in modo particolare nei polmoni e nel fegato dove può provocare un’insufficienza respiratoria ed epatica.
Inoltre, un’insufficienza cardiaca può essere causa anche di ictus cerebrale, trombo-embolismi, aritmie e ridotta funzionalità renale.
Come avviene la diagnosi
Come per tutte le patologie, il primo passo per la diagnosi è rappresentato dall’esame fisico, in cui spesso si rilevano gonfiore alle gambe, battito cardiaco irregolare e vasi sanguigni del collo molto evidenti.
Se vi è un sospetto di scompenso, l’esame strumentale sicuramente più efficace è rappresentato dall’ecocardiogramma, ovvero una forma di ecografia che si avvale degli ultrasuoni per visualizzare il cuore in maniera dinamica, il che consente non solo di valutarne la struttura con le eventuali alterazioni, ma anche e soprattutto la sua funzionalità.
Terapie per lo scompenso cardiaco
Esistono diverse forme di terapia per lo scompenso cardiaco, che vengono generalmente scelte sulla base della severità del quadro.
In primis, infatti, possono essere utilizzati dei farmaci che sono utili a migliorare i sintomi e a ridurre i fattori di rischio per eventuali peggioramenti, per esempio:
- gli anticoagulanti per ridurre la possibilità di trombosi
- le statine per abbassare i livelli di colesterolo
- i diuretici per non sovraccaricare il cuore con volumi eccessivi di liquidi
- farmaci specifici che agiscono aumentando la forza di contrazione cardiaca e riducendone la frequenza se necessario.
D’altra parte, non sempre con i medicinali si raggiunge un buon risultato.
Così, se vi è un’occlusione coronarica può essere eseguito un intervento di bypass, in cui si sostituisce la porzione di arteria ostruita con un altro vaso, oppure può essere introdotto un pacemaker o un defibrillatore impiantabile per risolvere eventuali aritmie.
Infine, nei casi più estremi, quando lo scompenso è così grave da essere potenzialmente fatale, il soggetto può essere candidato anche ad un trapianto.