Chiusura percutanea di forame ovale pervio  (PFO)

L’anomalia cardiaca il forame ovale pervio, di cosa si tratta e quali sono i sintomi.

Questa patologia congenita del cuore può causare grandi rischi, ecco perché intervenire con la procedura di chiusura percutanea.

Come si effettua l’intervento e qual è la percentuale di efficacia?

Il forame ovale pervio

Il cuore ha il compito di favorire il trasporto del sangue pieno di ossigeno verso i tessuti e gli altri organi, raccogliendo da questi l’anidride carbonica, eliminata poi con scambi gassosi polmonari.

Il cuore, l’organo che ha il compito di pompare il sangue, garantendo vitalità all’organismo, è composto da:

  • atrio destro e ventricolo destro
  • atrio sinistro e ventricolo sinistro
  • quattro valvole (che fanno comunicare atri e ventricoli)

Quando una o più parti del cuore non funzionano come dovrebbero, e non comunicano tra loro, siamo difronte a patologie e/o anomalie cardiache.

Tra le anomalie congenite del cuore vi è il forame ovale pervio, una variante anatomica che interessa il setto interatriale.

In termini più semplici, tra l’atrio destro e quello sinistro del cuore si presenta una finestrella che, dopo l’infanzia, si chiude.

Quando questa chiusura non avviene ci si trova davanti all’anomalia cardiaca del forame ovale pervio.

Prima della nascita questa condizione è da considerarsi normale, poiché i polmoni del feto non sono del tutto maturi ed il sangue contenente ossigeno deriva dalla mamma, che lo trasmette alla placenta ed ai vasi che arrivano fino al cordone ombelicale.

Questa comunicazione che in età adulta è assente tra le due camere superiori del cuore viene chiamata DIA, difetto interatriale.

La comunicazione tra i due atri si interrompe a causa della mancata chiusura di questa valvola, condizione abbastanza frequente in persona in età adulta.

Statistiche affermano che il 25 % della popolazione ne è affetta.

I sintomi, i rischi e la diagnosi del forame ovale pervio.

L’anomalia in questione è di tipo strutturale, solitamente non c’è la presenza di sintomi, quindi si considera asintomatica.

I sintomi possono comparire se il paziente è affetto anche da altre malattie che interessano il cuore o i polmoni, o altro.

Non è da escludere che possano manifestarsi degli eventi di embolia paradossa (una forma di embolismo arterioso che ha origine dal sistema venoso), e che si presentino dei fenomeni di ischemia cerebrale.

E’ più probabile che gli eventi ischemici senza una causa dimostrata siano causati dal forame ovale pervio.

Questo può avvenire a causa di materiali trombotici o gassosi che passano nelle porzioni cardiache immettendosi nel circolo sistemico.

Un evento ischemico cerebrale,senza causa dimostrata, può essere un rischio e sintomo di questa anomalia cardiaca, il trombo che si sarà formato prosegue da un atrio all’altro, attraverso il forame ovale pervio.

E’ possibile che il paziente venga a conoscenza del forame ovale pervio (FOP) anche dopo un episodio di svenimento o perdita di conoscenza, con esecuzione di eco cardiogramma.

I sintomi da associare ad un evento di FOP possono essere:

  • emicrania pulsante con nausea, vomito e disturbi psichici e visivi
  • episodi di ictus causati da coaguli di sangue
  • trombosi venosa
  • ipertensione polmonare poiché il FOP può ridurre l’ossigenazione

E’ possibile diagnosticare questa condizione attraverso un esame chiamato Bubble Test.

L’esame prevede che si inietti una sostanza fisiologica e del sangue in vena, in concomitanza sarà avviato un ecocardiografia o doppler transcranico, in questo modo si evidenzieranno le bollicine passare da un atrio all’altro e la loro comunicazione.

Un ulteriore esame diagnostico è l’ecocardiogramma trans-esofageo attraverso cui una sonda passa nell’esofago per avere una visuale migliore.

La chiusura percutanea del forame ovale pervio (PFO).

La terapia farmacologica con somministrazione di farmaci anti-trombotici è di tipo conservativo, pertanto vi è la possibilità di risolvere la problematica cardiaca con una procedura mini-invasiva.

La procedura della chiusura meccanica del forame ovale pervio deve essere eseguita da un cardiologo esperto, in anestesia generale.

Vengono introdotti dei cateteri attraverso le vene femorali, e si inizia con il raggiungere le camere cardiache.

Si effettuano delle misure di pressione  e saturazione dello shunt interatriale (un device), cioè un dispositivo simile ad un ombrellino all’interno del forame ovale pervio.

Questo ombrellino va posizionato tra i due atri cardiaci per chiudere la comunicazione tra di essi.

Durante l’intervento il paziente viene monitorato con un ecocardiogramma trans-esofageo, valutando la sua condizione fisica.

L’efficacia dell’intervento di PFO.

E’ stato dimostrato che dopo la procedura non si sono verificati eventi ischemici cerebrali, l’intervento ha un efficacia del 95 % , in pochissimi casi ci si può imbattere in complicanze cliniche.

I pazienti che sono stati sottoposti a PFO, rispetto a quelli che seguano una terapia farmacologica, (antiaggregante o antitrombotica) presentano un’incidenza di sintomi minore.

Anche i pazienti sofferenti di emicrania dopo la procedura di PFO hanno riscontrato benefici ed il miglioramento totale.

E’ opportuno asserire che spetta al cardiologo scegliere se adoperare la procedura mini invasiva PFO o somministrare farmaci al paziente, dopo aver preso in considerazione tutta la storia clinica del paziente con tutti i relativi esami diagnostici.